Questo sito si propone di essere un vademecum per chi come noi si avvicina al ruolo di CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) per il Tribunale.
Abbiamo raccolto una serie di informazioni raccolte in questi anni di consulenza grazie al contributo di colleghi e giudici incontrati lungo il cammino.
Il contributo al “mestiere” di CTU è passato anche per la realizzazione di un portale per il Tribunale di Reggio Emilia il cui scolo è aiutare il giudice del Tribunale nella scelta del libero professionista più idoneo a svolgere il compito che gli verrà attribuito (PORTALE CTU).
Sono poche le disposizioni codicistiche che si occupano di CTU:
– 17 articoli del codice di procedura civile (61-64, 191-201, 696 e 696 bis);
– 15 articoli delle disposizione di attuazione al codice di procedura civile (13-23, 89-92).
La consulenza tecnica interviene dopo la costituzione delle parti e l’avvio del contraddittorio nella seconda fase processuale detta “istruzione probatoria” e serve come le altre attività probatorie a rendere possibile la decisione, che consiste nella formulazione di un giudizio che attiene al fatto e al diritto.
L’istruzione probatoria consiste nell’attività di acquisizione di prove o altri elementi di giudizio. E’ una fase eventuale perché la causa potrebbe risultare già matura per la decisione.
La consulenza tecnica interviene prima della fase decisoria ed è, come già accennato, funzionale al giudizio di fatto e alla successiva fase decisoria nella quale la ricostruzione del fatto servirà all’individuazione delle norme sostanziali applicabili al caso, quindi a ricostruire la “fattispecie giuridica“.
La consulenza introduce il metodo scientifico nel processo e mira ad eliminare gli elementi soggettivi e valutativi nel ragionamento del giudice.
Una eventuale consulenza di parte preprocessuale ha il solo scopo di fornire elementi per indurre il giudice a valutare la necessità di un successivo apporto tecnico-scientifico per la conoscenza e la corretta valutazione dei fatti e dei dati della causa.